Vorrei che chi legge questo blog battesse un colpo. Ma un colpo bello forte.
Studente, docente, navigatore qualsiasi: dite qualcosa. Ormai il processo di acquiescenza al peggio sta davvero toccando il punto di non ritorno. La scuola così rischia di andare alla deriva e di dare ragione a chi pensa che ormai si tratti di un malato terminale o di un organismo in lento ma inesorabile disfacimento. E se chi ci studia, o ci ha studiato, e soprattutto chi ci lavora non interviene in fretta per fermare questa progressiva discesa agli inferi, la profezia potrebbe avverarsi una volta per tutte.
A Gela, città che peraltro ha un sindaco gay dichiarato, uno studente viene vessato dai compagni perché gay, ma non riesce a trovare un po' di giustizia nell'istituzione scolastica, né nei suoi professori né da parte della dirigenza. L'omofobia imperversa in Italia a livelli russi e polacchi (paesi altamente omofobici, come mostrano le cronache recenti), nonostante il caso di Matteo, il ragazzo piemontese suicidatosi lo scorso aprile perché dileggiato dai suoi compagni.
Ha scritto Francesco Merlo sulla Repubblica:
"La verità è che è finita ormai fuori controllo la scuola italiana. Non è più il luogo del sapere depositato e neppure della vecchia, cara contestazione libro contro libro, figli contro padri, ma è il luogo dei poteri volgari, del sesso maltrattato, del videotelefonino che sembra promuovere ogni cretino in un Fellini o in uno "scoopista" alla Corona, del professore ridotto a travet sformato e malinconico da un salario da poveraccio, è il luogo delle denunzie penali come prassi quotidiana, ma anche come devastante spauracchio. Non è più Dante il protagonista o l'antagonista delle nostre intelligenze in erba ma è appunto Fabrizio Corona, maschio palestrato e armato di cannocchiali, zoom, macchine fotografiche, videofonini: una tecnologia al servizio del ricatto, che fissa immagini fino al riscatto dal ricatto. La scuola non è più una palestra di terzine ma di tatuaggi, non si vive di Promessi Sposi ma di tracotanze. Oggi la scuola italiana è l'imperio del luogo comune, è il trionfo della cecità mentale che ti porta a biasimare e a umiliare il diverso. La scuola in Italia è diventata il suo contrario. Da luogo di formazione dell'élite a luogo di deformazione di massa".
Come non dare ragione a Merlo? Chiunque abbia frequentato le aule scolastiche negli ultimi anni sa bene che le cose vanno in questo modo, e talvolta anche peggio. Si fa presto poi a scaricare tutto sui docenti (che hanno le loro belle responsabilità): ma come si fa a controllare una società ormai fuori controllo o in narcosi/coma mediatico irreversibile? Come far sentire il campanellino della cultura e del sapere a timpani ormai assordati dal frastuono a getto continuo della pubblicità, del consumo ostentato, del successo facile e a buon mercato, dell'idiozia televisiva globalizzata? Anche solo a ripeterle, queste cose, si passa per reazionari.
Basta guardare il sito di Corona: più di 160 mila accessi da quando è finito in carcere. E ha pure dato del talebano al giudice Woodcock che giustamente gli chiedeva conto delle sue azioni.
Oggi è stato rinviato a giudizio: speriamo smetta almeno di voler fare da modello educativo per le giovani generazioni.
Studente, docente, navigatore qualsiasi: dite qualcosa. Ormai il processo di acquiescenza al peggio sta davvero toccando il punto di non ritorno. La scuola così rischia di andare alla deriva e di dare ragione a chi pensa che ormai si tratti di un malato terminale o di un organismo in lento ma inesorabile disfacimento. E se chi ci studia, o ci ha studiato, e soprattutto chi ci lavora non interviene in fretta per fermare questa progressiva discesa agli inferi, la profezia potrebbe avverarsi una volta per tutte.
A Gela, città che peraltro ha un sindaco gay dichiarato, uno studente viene vessato dai compagni perché gay, ma non riesce a trovare un po' di giustizia nell'istituzione scolastica, né nei suoi professori né da parte della dirigenza. L'omofobia imperversa in Italia a livelli russi e polacchi (paesi altamente omofobici, come mostrano le cronache recenti), nonostante il caso di Matteo, il ragazzo piemontese suicidatosi lo scorso aprile perché dileggiato dai suoi compagni.
Ha scritto Francesco Merlo sulla Repubblica:
Come non dare ragione a Merlo? Chiunque abbia frequentato le aule scolastiche negli ultimi anni sa bene che le cose vanno in questo modo, e talvolta anche peggio. Si fa presto poi a scaricare tutto sui docenti (che hanno le loro belle responsabilità): ma come si fa a controllare una società ormai fuori controllo o in narcosi/coma mediatico irreversibile? Come far sentire il campanellino della cultura e del sapere a timpani ormai assordati dal frastuono a getto continuo della pubblicità, del consumo ostentato, del successo facile e a buon mercato, dell'idiozia televisiva globalizzata? Anche solo a ripeterle, queste cose, si passa per reazionari.
Basta guardare il sito di Corona: più di 160 mila accessi da quando è finito in carcere. E ha pure dato del talebano al giudice Woodcock che giustamente gli chiedeva conto delle sue azioni.
Oggi è stato rinviato a giudizio: speriamo smetta almeno di voler fare da modello educativo per le giovani generazioni.
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