Mass media: non solo reality
Isole e circhi, pupe e secchioni, grandi fratelli, uomini, donne e amici di Maria. Una strabordante carovana di gente (i “morti di fama”, li ha definiti qualcuno sui giornali, quelli che famosi vogliono diventare, o tornarci, a tutti i costi). Davanti allo schermo, e alle loro imprese, rimangono ipnotizzati milioni di persone (nonostante i numeri siano in calo vertiginoso), a ogni ora del giorno e della notte, per dirette, repliche, sfide e nomination.
Come se fossero la realtà dieci deficienti che litigano per il cocco su una spiaggia tropicale. Come se fosse la realtà trovarsi la ragazza scegliendola tra una platea di aspiranti, mentre stai spaparanzato su di un trono di cartapesta. Questa robaccia è un grandissimo insulto. Innanzitutto alla nostra intelligenza, mortificata da uno spettacolo che rilassa, ok, senza pretese, e va bene, ma che buca sistematicamente i nostri neuroni facendogli confondere la reality con la realtà, e rimbambendoci a uso e (soprattutto) consumo degli dei di quella dimensione lì, lo sponsor e il denaro. E poi è un grandissimo insulto alla grandissima conquista umana dei media. La televisione è un mezzo eccezionale. Internet ha rivoluzionato il nostro tempo, trasportandoci tutti nell’ era digitale. Eppure finisce che ne facciamo un uso demenziale, che non migliora noi, né il rapporto con gli altri, ma che riempie le tasche dello sponsor.
C’è chi demonizza tutto quello che è tecnologia…Le e-mail? Hanno ucciso le lettere, non si scrive più con la penna; gli sms? Per carità, sempre attaccati al cellulare, e con tutti quei ke, xke, nn, qlc, ;-); che orrore! Si dimentica che prima, per raggiungere un amico, potevi impiegarci settimane, e oggi, anche se sta all’altro capo del modo, ci parli in un nanosecondo. Si dimentica che prima, per sapere come girava il mondo, avevi solo un telegiornale (lo sappiamo che ce ne saranno almeno sette, ma provate a guardarli, sono sostanzialmente uguali) mentre oggi sulla rete trovi migliaia di blog, di testimonianze dirette sui fatti anche dimenticati del mondo. Qual è il giusto uso del virtuale? Quello che completa, ma non sostituisce, la nostra capacità di comunicare con il mondo. Certo, costa fatica, e bisogna tenere gli occhi aperti perché sul web ci sono delle vere e proprie perle e delle vere e proprie porcherie, informazioni preziose e bufale colossali. Ma sono, davvero, possibilità straordinarie. C’è un “virtuale" che rende migliori le nostre esistenze. Che ci apre la mente, che ci tiene sveglia la conoscenza. Occorre che quel “virtuale” sia al servizio e non al posto del “reale”. Altrimenti la realtà si trasforma in reality, e per noi che non vogliamo essere spettatori o consumatori, ma protagonisti della nostra vita, non ci sarà più posto nemmeno sull’ ultima delle spiagge dell’ ultima delle isole.
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