09 aprile 2009

Casa dello studente

Un foglio di appunti sottolineati con l'evidenziatore, tra i resti dei forati e la polvere, affiorano nel Ground Zero dell'Abruzzo colpito da un terremoto annunciato, tra le macerie di quel che resta della "Casa dello studente" dell'Aquila, un edificio che avrebbe dovuto essere luogo di studio e di riposo, mentre è diventato la tomba per forse una decina di studenti universitari, almeno fino ad ora.
Torna alla memoria il noto passo del libro XXV del Principe di Machiavelli sulla fortuna "la quale dimonstra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle, e quivi volta li sua impeti, dove la sa che non sono fatti li argini e li ripari a tenerla".
Altri paesi, in cui forse Machiavelli nemmeno si studia al liceo, hanno fatto tesoro di questo monito e costruito edifici con criteri antisismici rigorosi e rispettati: perché la vita di ogni cittadino è sacra.
In Italia gli appalti pubblici sono invece una gara a chi si aggiudica l'appalto al minor costo e quindi, prevedibilmente, subappaltando a ditte che usano lavoratori malpagati o in nero, che quindi nemmeno leggono il progetto originario, usano materiali più scadenti o sorvolano sulle norme che imporrebbero di costruire secondo standard di massima sicurezza, soprattutto in un paese come il nostro, ad elevatissimo rischio sismico.
Ora tutti spingono per apparire davanti alle telecamere, politici di tutti gli schieramenti fanno grandi annunci, promettono fondi, personaggi famosi e meno famosi fanno a gara per mostrarsi generosi e solidali lanciando sottoscrizioni, raccolte di beni e di fondi. Poi ci si dimenticherà di nuovo del monito di Machiavelli e, temo, anche del destino degli sfollati e passeranno chissà quanti anni prima di vedere qualcosa di ricostruito, chissà quante nuove inchieste della magistratura su fondi sperperati, malversati, rubati.
Si sa: in Italia l'historia non è magistra proprio di niente. E proprio per questo ci stiamo avviando a diventare un campo profughi generalizzato. La sostanza umana che fa di un paese un paese solido, affidabile, resistente è la stessa che dovrebbe imporre ai costruttori di mettere il ferro nel calcestruzzo e non la sabbia.
Ma è proprio questa sostanza umana che sta venendo a mancare, sostituita da una viscosità colloidale, fangosa, informe, buona per i salotti televisivi con il loro pendant di polemiche ma non per gli impegni durevoli e per il rigore che dovrebbero animare amministratori, progettisti, costruttori.
E un paese senza quest'anima si sgretola, come gli ospedali, i palazzi del governo, le scuole, le case dello studente e tutte le altre abitazioni faticosamente tirate su nel corso di una vita.
Come osserva la stampa internazionale, in Italia l'unica cosa certa in materia di prevenzione dei terremoti sono le bare per i morti e l'inutile mappa dei luoghi d'incontro dei sopravvissuti.
Ecco perché quel foglio di appunti adagiato sulle macerie è lì per accusarvi tutti: amministratori, politici, tecnici, progettisti, costruttori, faccendieri e mezzani di ogni ordine e grado, del pubblico e del privato.
E' quel foglio che dovreste vedere ogni mattina, quando vi guardate allo specchio, nelle vostre case che sicuramente non sono crollate come quella che avete costruito per quelli che in cuor vostro avete giudicato "quattro studenti morti di fame".

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