19 agosto 2012

Avere undici anni. In Bangladesh

Che cos'è la vita di un'adolescente? Per qualche famiglia povera del Bangladesh è una risorsa lavorativa. "Fanciulle di undici-dodici anni vittime di stupri quotidiani. Ragazzine che ogni giorno si accoppiano con cinque-sei uomini diversi per qualche soldo da portare a casa, a sostegno del magro bilancio familiare" scrive oggi Ettore Mo del Corriere in un reportage da Faridpur. Il Bangladesh ha 156 milioni di abitanti, con una densità spaventosa (più di 1000 abitanti per kmq: è metà dell'Italia e ha il triplo degli abitanti) e agli ultimi posti per sviluppo umano (146°, l'ultimo è il Congo, 187°).
In questa situazione forse qualcuno - purtroppo - non si stupirà né si rattristerà per questo reportage che racconta come la più grande industria di questo povero paese sia la prostituzione, e per questo video che racconta l'uso delle cow pills (l'Oradexon, cioè uno steroide) da parte di queste ragazzine per sembrare più grandi e formose. E non si rattristerà né tanto meno si indignerà perché forse saprà che "fornitrici della manodopera locale sono per lo più le famiglie dei contadini ridotti in miseria che vendono le figlie per soli 20 mila taka (circa 245 dollari)". Non si chiederà che cosa ha ridotto alla miseria e quindi alla disperazione quei contadini, che cosa li sta rovinando a questo punto. Forse penserà che in quei posti le donne non sono rispettate e che è un problema di cultura, come nel caso della ragazzina macedone tredicenne venduta per 3.000 euro dalla madre (caso accaduto a Marghera).
Sì, forse è un problema di cultura. Ignoriamo perché accade tutto questo perché stiamo meglio così.



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