29 luglio 2013

Un piano d'azione contro il razzismo

Un piano nazionale per affrontare l'emergenza razzismo. Coinvolgendo lavoro, sport e scuola. Sensibilizzando a tutte le diversità. Con l'apporto fondamentale dell'Unar, l'Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali.
È quanto proporrà domani il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione Cécile Kyenge, vittima da quando ha assunto la titolarità del dicastero di infami insulti razzisti, anche da parte di noti esponenti delle istituzioni.
"Sarà un impegno condiviso con le associazioni, gli enti locali e gli altri ministri competenti", ha dichiarato il ministro al quotidiano La Repubblica presentando il Piano Nazionale d'azione contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza per il triennio 2013-2015, che verrà presentato domani a Roma.
«Non sottovaluto gli episodi di razzismo, ma non ne faccio una questione personale. Mi pare di avere a che fare con i miei pazienti. Gente che sta male, manifesta un disagio ma esistenziale, un’incapacità di convivere con i diversi. Una malattia sociale. E io, come nella mia professione, devo ascoltare il disagio, senza farmi contagiare, senza sentirmi io stessa a disagio, perché dovrei? anzi voglio combattere la battaglia culturale senza paura. Anche nel luogo più difficile, dove quel disagio si manifesta, perfino nella tana del lupo, alla festa della Lega, con coraggio, fiera di essere italiana».
Al Ministro Kyenge Condizioni Umane esprime solidarietà e simpatia personale per gli incredibili attacchi ricevuti e si impegna a dare ampia diffusione a tutte le sue iniziative.

25 luglio 2013

Per Carlotta Nobile, 1988-2013

Carlotta Nobile (Roma, 20 dicembre 1988 – Benevento, 16 luglio 2013) è stata una violinista italiana, dal settembre 2010 fino alla morte direttore artistico dell’orchestra da camera dell'Accademia di Santa Sofia di Benevento.

Diplomatasi in violino al conservatorio a soli 17 anni e con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore, sotto la guida del Maestro Massimo Bacci, nella sua breve ma intensa carriera ha frequentato molteplici corsi di alto perfezionamento in violino fra i quali quello del maestro Pierre Amoyal presso l’Universität Mozarteum di Salisburgo.
Vincitrice assoluta di numerosi concorsi nazionali, ha conseguito il Diploma di “Distinguished Musician” all’International Ibla Grand Prize 2007 e la “Ernest Bloch Special Mention” all’International Ibla Grand Prize 2008.
Ha affiancato alla musica la sua passione per l’arte, laureandosi con lode in Studi Storico-artistici a "La Sapienza" di Roma nel 2010.
Nel dicembre 2008 pubblicò il suo primo libro Il silenzio delle parole nascoste, seguito, nel 2012, da Oxymoron, edito da Aracne Editrice. Per anni si è occupata della rubrica musicale «Righe Sonore» sul Quaderno.it e collaborato al periodico Realtà Sannita.
A soli 22 anni, nel 2010, viene nominata direttore artistico dell’orchestra da camera dell'Accademia di Santa Sofia di Benevento. In tale ruolo rimane sino alla prematura scomparsa. Dopo una lunga malattia, muore alla giovane età di 24 anni, stroncata dal cancro.
Voce Wikipedia - in corso di cancellazione (?)

Condizioni Umane ripropone questo profilo Wiki per ricordare la grande personalità, la sensibilità umana e il coraggio esistenziale di Carlotta, violinista, scrittrice, blogger, paziente.





Approfondimenti:
Addio a Carlotta Nobile (La Stampa) 

Carlotta Nobile - Music and Art
Oxymoron
Il blog

08 luglio 2013

La globalizzazione dell'indifferenza

"La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza! Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!".

Quanto detto oggi da papa Francesco a Lampedusa di fronte ai migranti e ad altre diecimila persone mi ha fatto ricordare quanto scriveva Emmanuel Lévinas in Altrimenti che essere o al di là dell'essenza. Papa Francesco ha pronunciato parole piene di dignità umana e di critica sociale al tempo stesso, due dimensioni sempre più disertate tanto dalla politica quanto dalla filosofia nonché da scienze umane sempre più asettiche e neutre. Qualcuno ricorderà quei politici che proponevano di sparare sui barconi che trasportavano in una rinnovata tratta degli schiavi i disperati che vengono a cercare sulle nostre coste una risposta alla loro miseria e disperazione o una semplice fuga da vari orrori.
A coloro che invece dimenticano facilmente è dedicato questo passo di Levinas. Nella sua visione filosofica il fatto che i migranti ci facciano sentire in ostaggio, circondati, assediati, minacciati, ci restituisce alla nostra dimensione umana più autentica, di esposizione totale, di radicale nudità di fronte al volto dell'altro, insidiati, espropriati dalla sua trascendenza. Questo essere in ostaggio fa contrarre il nostro Io ipertrofico, artefice di quella "cultura del benessere" che, come dice papa Francesco, "produce indifferenza". L'altro sostituisce il nostro bisogno di autocertezza, di coincidenza con noi stessi: ci decentra dal nostro compiaciuto stare presso noi stessi, ciechi, sordi e muti di fronte alle sofferenze e alle ingiustizie sociali. La prossimità del terzo, ci insegna Levinas, introduce la giustizia. Solo in questo modo l'essere sarà non-indifferenza, sarà apertura, sarà finalmente piena e compiuta responsabilità di fronte all'altro, sarà cioè giustizia.

Perché Altri mi riguarda? Che è Ecuba per me? Sono io il custode di mio fratello? - Queste domande non hanno senso se si è già presupposto che l'Io ha cura solo di Sé, se è solo cura di sé. In questa ipotesi, in effetti resta incomprensibile come il fuori-dall'Io assoluto - Altri - mi riguardi. Ora, nella "preistoria" dell'Io posto per sé, parla una responsabilità. Il sé è da cima a fondo ostaggio, più anticamente dell'Ego, prima dei principi. Non si tratta per il Sé, nel suo essere, di essere. Al di là dell'egoismo e dell'altruismo c'è la religiosità di sé.
E' a causa della condizione di ostaggio che nel mondo ci può essere pietà, compassione, perdono e prossimità. Anche la più piccola cosa, anche il semplice "dopo-di-voi-Signore".
L'incondizione di ostaggio non è il caso limite della solidarietà, ma la condizione di ogni solidarietà.
Emmanuel Levinas, Altrimenti che essere o al di là dell'essenza (1974), Milano 1983, pp. 148-149.