11 febbraio 2007

Beirut, divertirsi da morire

Beirut, ferragosto 2006. La città è sotto attacco israeliano, che prende di mira in particolare i quartieri sciiti sede di hezbollah. Eppure un'auto rossa fiammante con cinque giovani cool attraversa tranquillamente il locus amoenus...
Che messaggio viene da questa foto? Un imperativo "vogliamo vivere!" lanciato da cinque giovani che vanno a farsi un giro su una decapottabile rosso Ferrari nonostante i bombardamenti,
la sfida e la noncuranza davanti alla morte da parte di cinque giovani ribelli, che rivendicano il loro diritto di vivere la loro vita nonostante tutto? Divertirsi da morire, come direbbe Neil Postman?
Lo sguardo di tutte e quattro le ragazze libanesi è rivolto all'obiettivo del fotografo. Una sola si distrae, forse contrariata perché il cellulare non le permette di inviare un sms o un mms (chissà perché?). Alle loro spalle le macerie della capitale del paese dei cedri. Nessuno guarda da quella parte, né quelli che si trovano fra le macerie si stupiscono di quei giovani stile Beverly Hills.
Il fotografo americano Spencer Platt immortala e consegna alla storia con questo scatto memorabile questi interrogativi, vincendo il World Press Photo 2007 (l'Oscar per i reportage fotografici).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non dovrebbe essere nè facile nè semplice da accettare una situazione nella quale nel tuo paese, nella tua città,sistematicamente avvengono stragi e si vedono scenari di morte. I primi sentimenti presumo siano di sgomento, paura, terrore, voglia di evadere e scappare da una situazione simile.. successivamente ,dopo mesi se non anni, purtoppo, anche una situazione tragica come questa a mio avviso ,non verrà accettata, ma almeno condivisa con sentimenti di rassegnazione. Commentare questa fotografia non è affatto semlice in quanto essa può nascondere significati diversi e assolutamente soggettivi e diversamente interpretabili.
Si potrebbe pensare all'incoscenza o alla stupidità di quei ragazzi i quali ,invece, di preoccuparsi della situazione del loro paese si divertono come turisti ignorando la cruda realtà che domina nel loro città. Oppure si può avere un giudizio non del tutto negativo della fotografia interpetandola come ragazzi i quali si sentono estranei alla situazione politica, stanchi dei massacri e delle tragedie e probabilmente ,sentendosi incapaci di potere per cambiare le cose, non accetano la realtà preferendo godersi la vita "cool" e normale come fanno gran parte dei ragazzi occidentali.
La guerre e gli scontri spesso non rispecchiano il volere e il pensiero di tutta la popolazione e a volte finiscono per rappresentare solo la volontà di imporsi di un stretto numero di personalità politiche.
Perchè negare il divertimento e il sogno di una vita normale a ragazzi che forse la guerra non l'hanno mai voluta e non si rispecchiano nemmeno negli ideali politici dei loro rappresentanti??
Diversamente ,però, quei ragazzi potrebbo rappresentare una minoranza la quale ignora e non fa nulla per reagire o contrastare la condizione della città tempestata da bombardamenti....Dario L.

Anonimo ha detto...

Sono rimasta subito colpita appena ho visto l'immagine documentata da Spencer Platt. Penso sia importante riflettere su questo episodio anche perchè nel momento in cui mi sono soffermata sullo sfondo della fotografia per un momento mi è sembrato un fotomontaggio, ma purtroppo non è così.. Anzi, l'impatto è molto forte, si vedono due tipologie di vita contrapposte: cinque ragazze in cerca di divertimento e "svago" e subito alle loro spalle si possono osservare abitazioni devastate e persone a cui non è rimasto nulla; rimangono infatti "immobolizzate" ma non più di tanto colpite alla vista della rossa fiammante dove le ragazze sono tranquillamente in "giro" per la città quando essa è sotto i bombardamenti!
Secondo il mio punto di vista le giovani volevano in qualche modo dimostrare il fatto che indipendetemente dalle persone che muioiono e dalla situazione in cui si trova la citta, rimangono indifferenti e insensibili di fronte alle disgrazie degli altri.
Ritengo che l'atteggiamento delle ragazze sia ingiustificabile poichè significa non rendersi conto di quelo che si sta facendo; sono più che altro stupita da come sono serene e tranquille in un luogo dove ci sono persone che soffrono e muiono, e poi questa loro non curanza e quasi disprezzo per queste persone; non le guardano nemmeno. Forse vogliono dimostrare come non si sentono in bisogno di "mettersi nei panni" di chi si trova davanti agli occhi una Ferrari, in una condizione di vita ovviamente povera e disastrata.
Alle volte penso sia bene e utile pensare a come ci si potrebbe sentire se fossimo "noi" a trovarci tra le macerie della capitale dei paesi dei cedri.
Ma queste giovani ci avranno mai pensato?!..
Rita N.

Anonimo ha detto...

Non è facile per me trovare le parole per descrivere quest'immagine, 4 giovani ragazzi che sfoggiano una decappottabile rossa in un paesaggio di disruzione e di morte. Potrei dire che si sono trovati li per caso, o che uno di quei ragazzi era il proprietario di una di quelle case, o che semplicemente gli sia stato chiesto di posare li proprio per quella foto, eppure non posso dirlo, non ci credo.
Credo invece che noi giovani stiamo perdendo tutti i valori, (mi vegogno molto a dire cio..) ma cosa possiamo pretendere altrimenti? i ragazzi passano ogni momento libero della giornata davanti al computer ad uccidere persone che hanno il solo crimine di essere nel pc.. , a distruggere imperi e a fare le guerre e quando spengono il computer giocano con la play-station a procurare incidenti stradali con macchine bellissime e costosissime come quella nella foto!! Le ragazze invece sono arrivate, mio malgrado, a livelli di frivolezza inconcepibili non dico per le nostre nonne (sarebbe scontato) ma addirittura per le nostre mamme, Non hanno rispetto ne per la vita ne per la morte, l'unico problema che sono tenute a risolvere è quello di abbinare, il meglio possibile, le 14 paia di scape con le 36 magliette che hanno in armadio!
Lo ammetto, oramai nemeno a me, che mi reputo una persona abbastanza sensibile, mi fa più molto effetto un' immagine di morte, purtroppo ci sono abituata.
Manca il rispetto che c'era un tempo per il dolore, credo che ciò sia essenzialmente dovuto a due grandi fattori che sempre di più assopiscono il nostro innato senso di pietà:
il primo è che sempre di più le persone speculano sul dolore degli altri, arrivando a spillare agli ignari donatori, migliaia di euro! non facciamo più beneficenza per questo! e l'immagine di un bambino con le mosche agli occhi che piange per la magrezza ci commuove un momento, ma di sicuro ci lascia dormire la notte.
Il secondo grande problema è che il più grande mezzo di informazione, cioè la televisione, non tratta più dei casi di povertà estrema, preferiscono parlare delle gambe della Marcuzzi, o del seno della Barale! e la cosa tragica, è che nessuno si lamenta, GLI STESSI TELEGIORNALI NON NE PARLANO QUASI PIU'...
per concludere posso solo ripetere quello che ho già detto all'inizio... mi vergongno di questa situazione, non ne vado fiera, ma sono impotente, mi rendo conto di non poter fare nulla adesso, solo insieme si potrebbe risolve il tutto.. ma dubito di poter ragionare molto tranquillamente insieme a persone come i ragazzi di quella foto...
alessia