28 gennaio 2012

Auschwitz, oggi

Theodor W. Adorno, il celebre filosofo e sociologo della Scuola di Francoforte, ha affermato che educare affinché Auschwitz non si ripeta è il compito più importante della filosofia e della pedagogia. Auschwitz non è stato semplicemente un campo di sterminio, un luogo di tortura e di orrore dove hanno perso la vita tra un milione e un milione e mezzo di persone.
Auschwitz è stato un "universo concentrazionario": l'esperimento atroce di una società chiusa in se stessa, che assorbe come un buco nero tutto ciò che proviene dall'esterno.
Una fabbrica della morte, dove l'altro, semplicemente perché è "altro", deve essere annientato.
Dove si muore per un sì o per un no. Dove non esiste un perché. Dove le "persone" non esistono nemmeno più, né fra le vittime, né fra i carnefici.
Dove il male è radicale: alla radice stessa di chi in quel luogo opera, agisce, lavora, muore.
Dove nemmeno le domande hanno più un senso.

Ma anche oggi il pregiudizio antisemita che ha condotto ad Auschwitz è presente fra noi. La mentalità indifferente, conformistica, l'aderire a quel che dicono e fanno gli altri, il pregiudizio diffuso verso immigrati, rom, sinti (gli "zingari maledetti" che tutti sembrano detestare), "clandestini", nomadi, omosessuali, è già un pezzo di Auschwitz. Il pregiudizio è una forma di debolezza: si vorrebbe che ci fosse qualcuno "forte" per eliminare i "deboli", quelli che danno fastidio, che non si integrano (così pare), che stanno ai margini, talvolta rubano e "inquinano" la nostra bella società. Fatta ovviamente da persone irreprensibili, moralmente al di sopra di ogni sospetto... Si fa presto a creare la categoria delle "non-persone".

A Firenze due senegalesi sono stati uccisi perché qualcuno in fondo la pensava in questo modo. Gli "altri", i "diversi" andavano e vanno annientati, per purificare la società. Per ricreare un'identità culturale incontaminata.


A Torino è stato dato alle fiamme un campo rom perché una sedicenne ha finto di essere stata stuprata da due nomadi.


Perciò dobbiamo parlare ancora di Auschwitz. Perché non si ripeta, nemmeno in scala minore.

26 commenti:

davide g.amoroso-sara grubisa ha detto...

Aushwitz è l'esempio più lampante di quanto l'essere umano possa venire a mancare della propria umanità.Fare i moralisti oggigiorno è facile,basta dire che qualcosa che tutti ritengono sbagliata sia effettivamente ingiusta e criticare gli altri che divergono di opinioni,seguitando così quella corrente di malsana ipocrisa che ormai da anni domina il nostro paese.
Facile dire 'Aushwitz è una tragedia che non dovrà mai più ripetersi'quando in realtà si pensa 'che schifo questi immigrati'. Questa è la mentalità della maggioranza che purtroppo rende l'Italia quella che è oggi.Noi che scriviamo non siamo sicuramente migliori degli altri poichè è un pensiero che probabilmente è presente,anche se in misura differente,in ognuno di noi e probabilmente sbagliamo a fare un commento di stampo così moralistico,però è anche vero che ci rendiamo conto che,se ognuno continua a pensare solo e unicamente in base al contesto,mentre lasciato a se stesso è totalmente un'altra persona,l'Italia si troverà ben presto soffocata dal peso della sua stessa ipocrisia.

Letizia Salvadori e Anita Cendron 4bp ha detto...

Una nota di protesta del nostro ambasciatore a Berlino e nulla di più. Così sta passando di fatto sotto silenzio l’aggressione all’Italia messa in atto da Der Spiegel, il più importante settimanale tedesco: copertina sul caso Concordia e un titolo che non lascia spazio a equivoci: «Italiani mordi e fuggi» letteralmente, ma traducibile come «italiani codardi».
Secondo Der Spiegel siamo un popolo di Schettino e non c’è da meravigliarsi di ciò che è successo al largo del Giglio. Di più: siamo tutte persone da evitare, un peso per l’Europa, un ostacolo allo sviluppo della moneta unica. Loro, i tedeschi, sì che sono bravi, «con noi certe cose non accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza».
Questo è ciò che viene pubblicato da un articolo,appunto, di Der Spiegel che sottolinea l'inferiorità degli italiani.
Il Giornale controbatte con: "Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell'Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto.È vero, noi italiani siamo fatti un po' così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all'opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l'Europa."
Riteniamo che tutto ciò sia un'indecenza!
Oggi che tutto il mondo dovrebbe ricordare la strage dell'olocausto,Germania e Italia non fanno altro che provocarsi con un continuo "botta e risposta", cercando di scaricare le colpe di tutto questo l'uno sull'altro.
Sono morte, muoiono e continueranno a morire milioni di persone fino a quando non ci renderemo conto che infine siamo tutti uguali, fino a quando la politica non influenzerà così tanto la nostra vita, fino a quando l'idea che le persone straniere hanno anche i nostri stessi diritti lavorativi, morali ma soprattutto umani.

annamaria e jessica 4bp ha detto...

"Non si dispiaceva per tutte quelle persone che morivano nei caseggiati accanto al suo, mentre lei festeggiava?" "Assolutamente no, in quella guerra morivano tutti.. non solo li, ad Auschwitz! Basti a pensare a tutti quei soldati, i civili..Se avessi dovuto soffrire per ognuno di loro avrei condotto un'esistenza dannata!" Questo è quello che risponde un generale dell'SS all'intervista andata in onda su "La storia siamo noi". In quel contesto, come emerge dalla risposta del nazista, la disumanizzazione delle persone divampava in ogni dove, tra i deportati (spesso si dimenticavano il loro nome che veniva sostituito dal numero tatuato nel braccio), ma anche tra i carnefici: esempio ecclatante della demonizzazione dell'uomo, che non si identifica più in quell'essere caratterizzato da pensieri, ragioni, sentimenti..corpo.. Ma perchè parlare solo di Auschwitz??? Parliamo dei Gulag russi in cui i prigionieri morivano di freddo e stenti?? In cui si anientavano con esperimenti psichiatrici i politici scomodi?? In cui si torturavano ladri, traditori, donne, bambini,..?? O parliamo della bomba atomica lanciata su Hiroshima e Nagasaki??? Non è forse stato un anientamento di massa?? Non è stata forse un'atrocità il fatto che nel giro di un attimo siano state polverizzate immediatamente 200.000 persone??? E il fatto che tutt'oggi continuino a nascere bambini deformati???? Sarebbe bello, per non sforare troppo nell'ipocrisia, parlare di tutte le tragedie di quella dannata guerra, non solo ciò che fa comodo alla storia, la quale è scritta dai vincitori, mai dai vinti.
In ogni caso, queste atrocità si caratterizzano come tali in quanto non sono state frutto di gesti impulsivi ma pianificati freddamente da uomini colti, padri di famiglia, educati,.. Sorge dunque il dubbio se la cattiveria dell'uomo sia intrinseca alla sua razionalità che lo differenzia dalle bestie.

Caterina Bigolin e Vanessa Burei - 4BP ha detto...

27 Gennaio: Giornata della memoria. riflettere su ciò che è accaduto non è mai semplice: si rischia spesso di incorrere in discorsi banali, non affrontando le questioni per quello che sono.
Lo scopo primario è di far capire che nulla impedisce che ciò che è accaduto possa accadere ancora. Proprio per questo oggi non possiamo semplicemente fermarci al ricordo di chi non c'è più: ricordare ha un senso solamente se si cerca di capire ciò che è stato per far in modo che non si ripeta più nella nostra storia.
E' necessario che noi tutti realizziamo che quello che è avvenuto nei campi di sterminio non fu pura pazzia ma l'apice dell'odio umano. I nazisti prepararono con molta attenzione e una sistematicità incredibile questa strage, assicurandosi di creare una situazione senza opposizioni di alcun tipo, ed è proprio questa la tragicità della Shoah: l'indifferenza di tutti quelli che potevano intervenire e non lo fecero. Oggi perciò, di fronte a casi di disumanità come l'incendio al campo rom a Torino perchè una ragazza sedicenne ha finto di essere stata stuprata da uno di loro,la gente deve sentirsi coinvolta intervenendo direttamente.

Ilaria, Chiara 4Bp ha detto...

Sin dall'antichità sono sempre avvenute persecuzioni nei confronti delle minoranze. La più grande manifestazione di questo fenomeno è avvenuta dopo l'emanazione delle leggi raziali( 1938), quando nella primavere del 1940 Hesse, mandato dai fascisti, si reca in Polonia per la costruzione del primo campo di concentramento. Il primo lager doveva contenere i prigionieri politici polacchi,poi però questi campi furono riempiti di ebrei, disabili, zingari ed omosessuali. All'interno di questi luoghi si produceva morte sotto tutte le sue forme: esperimenti atroci, uccisioni e torture. Dopo anni di terrore il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberano Auschwitz, segnando l'inizio della fine di una guerra. Dobbiamo ricordare o dimenticare? Siamo proprio noi a dover ricordare, noi che siamo il futuro e che saremo gli unici "testimoni" di quanto accaduto. Sapendo che un Tedesco su cinque non è a conoscenza di ciò che è accaduto, ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale tenere vivo il ricordo. Ci stupisce pensare che certe persone non riconoscano queste atrocità, un pò per paura un pò per indifferenza. Davanti a immagini, video e testimonianze pensiamo sia impossibile rimanere impassibili. Ma non è finita qui, dopo lo sterminio degli Ebrei ne sono susseguiti altri. Ancora oggi sono ben noti gli apisodi di discriminazine verso i più "deboli". Crediamo che in un mondo dove tutti siamo stranieri, dove anche la nostra costituzione parla di fratellanza, si debba portare rispetto per tutti coloro che vivono con noi, senza guardare sesso, colore della pelle e cultura. Vogliamo essere le prime a essere coerenti con il nostro pensiero affinchè tutti questi piccoli "Auschwitz" non si ripetano più.

Laura e Claudia - 4Bp ha detto...

questo terrificante sterminio, ebbe inizio dopo che Hitler divenne cancelliere della Germania (intorno al 1933). Era rivolto non solo agli ebrei, ma anche agli oppositori politici, gli zingari, gli omosessuali, i monarchici, i comunisti, i disabili e tutti coloro che erano indegni di vivere una vita “normale”. Ci fu un accanimento soprattutto verso gli ebrei, pricipalmente per motivi economici, ma anche perchè Hitler era convinto che essi fossero una razza inferiore, che stava contaminando la purezza della razza ariana. ancora oggi possiamo renderci conto di quanto sia attuale questo modo di pensare: siamo spettattori giorno dopo giorno di manifestazioni razziali verso gli stranieri (rom, immigrati, clandestini, nomadi), gli omossessuali, i disabili... o chiunque sia ritenuto "diverso" da noi. gli esempi dei casi di Firenze o Torino sono delle dimostrazioni evidenti del disprezzo e dei pregiudizi che alcuni hanno verso gli stranieri. ma perchè tentare di uccidere delle persone innocenti solo perchè vengono viste "diverse" da noi? sembra che abbiano perso tutta la loro umanità, perchè infatti noi siamo tutti uomini, indipendentemente dalla nostra cultura, dalla nostra origine, dal colore della pelle.

Antonio Torresan 4 bp ha detto...

27 gennaio: Giorno della Memoria. Ogni anno questo evento ricorre per ricordare il popolo ebraico, deportato nei campi di sterminio di Auschiwitz, in primo luogo, Birkenau, nelle vicinanze del prececente e anche, purtoppo, in Italia, precisamente a Trieste e prende il nome di risiera di San Sabba. L'orrore e la foga con cui veniva dato avvio alle torture mostruose, verso persone che solamente erano nate da famiglie ebree, è indescrivibile, soprattutto per quelle persone che sono riuscite a salvarsi, le quali porteranno per sempre le cicatrici di quei drammatici giorni, mesi, anni. Bambini, donne, uomini, tutte persone alle quali non era permesso vivere, Perchè? Perchè ebrei, sempre la stessa questione.
Il motivo per cui l'essere umano cada così in basso, è una domanda che spesso ricorre nella mia mente e non sempre riesco a darmi una risposta, anzi mai. questo lo dico anche basandomi sui fatti quotidiani e siamo, anche se in modo indiretto, soggetti a continui "Auschwitz italiani", verso persone che non possiedono la nostra stessa cultura, opinione, etnia. Mi domando se questo avrà mai fine. Mi domando se l'uomo continueà imperterrito nelle sue azioni. Una risposta spero al si possa trovare

Deborah e Emma 4AP ha detto...

I pregiudizi da sempre fanno parte dell'uomo, alcuni li definiscono come un meccanismo di autodifesa quando in realtà sono solo un sinonimo di ignoranza e debolezza. I pregiudizi hanno provocato ciò che è accaduto ad Auschwitz e ancora oggi sono presenti anche se in misura diversa. Basta vedere l'articolo pubblicato da Der Spiegel nel quale veniva definita la "razza italiana" codarda e vigliacca, e noi italiani, non da meno, rispondiamo alle provocazioni così "a noi Schettino a voi Auschwitz".
Possono sembrare banalità ma sono rappresentative dell'intolleranza che ancora oggi vige nel nostro tempo. Auschwitz sembra lontano da noi e ci sembra facile criticare le atrocità che sono state compiute ma in realtà poco più di cinquant'anni dopo ci ritroviamo con ideologie che non sono poi così differenti.

Marina e Carla 4^Ap ha detto...

E' triste pensare che ancora oggi, nel 2012, esistano forme di razzismo che si manifestano in modi differenti ma con la stessa atrocità. Spesso riteniamo che, proprio perchè sono passati molti anni e viviamo in condizioni di benessere, sia impossibile tornare alla situazione di Auschwitz; quella malattia che si credeva di aver vittoriosamente debellato ma che invece è tuttora esistente nella società. Ogni giorno, infatti, possiamo assistere a casi di discriminazione ma spesso risulta facile voltare pagina e non sentirsi colpevoli almeno in minima parte. Se anche non siamo noi ad aver commesso in prima persona atti come quelli di Firenze o Torino dovremmo comunque rifletterci e non esserne indifferenti perchè la colpa non è solo di una persona ma di tutta la colletività che troppo spesso volta le spalle.
RICORDARE E PRENDERE CONSAPEVOLEZZA E' UN DOVERE DI TUTTI!

basso, biscaro, giacometti, marchesin ha detto...

è sconcertante pensare che ancora oggi le idee che portarono alla creazione di Auschwitz siano presenti. Forse è stata l'indifferenza, forse il desiderio di non porsi troppe domande, di non pensare da soli: troppo difficile; meglio eseguire gli ordini! oggi non è forse quello che sta capitando di nuovo? non si può parlare di ignoranza perchè a commettere atti atroci furono anche persone molto istruite. cosa possiamo fare per non ripetere gli errori passati? Cresce il brivido, l'ombra, il pensiero troppo agghiacciante che tutto si ripeta di nuovo, forse in forme più subdole, più sottintese, ma comunque ed inevitabilmente di nuovo! Le persecuzioni, i pregiudizi, le divisioni e le diseguaglianze sono ancora presenti, ancora tra noi, nelle nostre strade, nelle nostre città e perfino nelle nostre case! Non sono cose fuori dal mondo, sono in noi nella nostra società. Quindi sforziamoci in ogni modo di non dimenticare: una frase già detta mille volte in questi quasi settant'anni ma perennemente valida.

simone 4ap ha detto...

il clima di odio che era presente ad auschiwitz e nel resto dei campi di sterminio per ebrei mi accorgo non essere del tutto cancellato...per quanto ci puo apparire nascosto è ancora qui in mezzo a noi, tra i pregiudizi della gente,tra ciò che si pensa ma non si dice,tra l'ignoranza di chi nega di aprirsi alla conoscenza delle altre culture,degli usi e dei costumi degli altri popoli...c'è chi vede la diversità come un processo che ci porta a perdere le nostre tradizioni e non come un arricchimento..bisogna superare tutto questo per costruire una società più giusta...

elisa chiara laura 4 Ap ha detto...

”La societa’ attuale conserva potenzialità di razzismo, intolleranza, violenza e tutte le peggiori cose che possono minare le basi della società civile.” afferma Riccardo Di Segni, capo rabbino di Roma. Dunque queste potenzialità potrebbero esplodere da un momento all'altro e così come nei primi anni del'900 i fascisti hanno trovato negli ebrei e nelle minoranze etniche il capro espiatorio per debellare quella che loro ritenevano la malattia dal paese, oggi la situazione si ripresenta però in maniera più subdola e meno evidente agli occhi dei più, raramente sfocia in atti di violenza come quelli di Firenze

jasmine e giuliana ha detto...

questa tragedia viene ricordata un giorno all'anno, mentre dovrebbe essere sempre presente nella mente di ogni persona.
possiamo dire che Auschwitz esiste tutt'ora in quanto gli uomini elaborano un sentimento di odio per coloro che sono diversi; omosessuali, diversamente abili e stranieri.

nicole e lara 4Bso ha detto...

Secondo noi ciò che è avvenuto nei campi di sterminio e in particolare in quello di Auschiwitz è stato una vergogna per il genere umano che si è conformato alle ideologie del periodo storico senza avere un pensiero proprio. Questi "esseri" non possono essere definiti uomini perchè ciò che hanno fatto e al di fuori di ogni pensiero razionale e morale; nessuno può immaginare il dolore, la paura e l'angoascia che hanno provato donne, uomini e bambini detenuti nei campi di concentramento. Tutti dovrebbero ricordare ciò che è accaduto perchè questo non si ripeta e alla vista di comportamenti simili nel 2012 si può comprendere che la malvagità dell' uomo non ha limiti!

eleonora maura 4bso ha detto...

siamo uomini e come tali ci perdiamo in questo mondo fatto di idee,troppe per la nostra limitata mente,è dunque difficile riconoscere le idee giuste da quelle sbagliate,visto che il confine tra l'una e l'altra è molto sottile.
siamo travolti dalle correnti di pensiero, dall'ipocrisia e sopprattutto dalle nostre paure,paure nate da fatti accaduti, innegabili e che ci portano a mettere in primo piano noi stessi e a salvaguardare le nostre famiglie,che noi mettiamo al di sopra di tutto. E' in un clima come questo che nascono pregiudizi raziali e discriminazioni, un clima dove gli sbagli di pochi condizionano le vite di molti. L'educazione e i diversi modi di vivere portano ad una incompatibilità se entrambe le parti non si vengono incontro.
il passato, è un esempi perfetto di un mondo di paura , pregiudizi e di capri espiatori detto questo dobbiamo saperci sapeerci orientare nelle nostre scelte evitando il conformismo delle idee non certe

Tintinaglia Noemi ha detto...

Giornata della memoria. Cosi la chiamiamo dal 2000. Un giorno che dovrebbe essere dedicato al ricordo del genocidio di milioni di persone che hanno perso l'identità e la vita all'interno di un crudo e drammatico luogo di morte. La giornata della memoria non racchude in sè solo il ricordo degli ebrei, ma di piccoli e grandi fatti che accadono quotidianamente nella vita di società, fatti subiti da persone meno forti, "diverse". Auschwitz esiste ancora, dove a capo c'è una società imebriata dal pregiudizio comune. Perchè bisogna aver paura di esseri umani uguali a noi? Perchè bisogna combattere (e talvolta uccidere) uomini con idee dverse dalle nostre? La risposta è semplice e triste: nelle società tradizionali gli individui sono legati da uno stesso filo, filo che rappresenta ideali che non vanno fuori dagli schemi. Chiunque non segua questo filo fa paura e va combattuto. La società ha paura del diverso. E allora quelli deboli chi sono? Coloro che sono una minoranza (se cosi si può dire) o la massa conformista e cieca? Cito un libro "Essere senza destino" di Imre Kertèsz, che narra di una testinonianza di Gyurka, un bambino ebreo a cui è stata negata l'infanzia. Alla domanda perchè agli ebrei venga riservato un simile trattamento il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa "Questo è il volere di Dio". Perche dovrebbe esserci un "senso" in tutto questo? Auschwitz è "tanti ordini che non vengono motivati e a cui si obbedisce prima ancora di averli capiti". Ora che dedichiamo una giornata ad esso, ci interroghiamo sui perchè come persone consapevoli che "hanno capito", perchè contraddirci e ripetere gli stessi errori?

Elene Giacomin e Mula 4 ap ha detto...

Ogni anno quando è il 27 Gennaio giunge l'occasione per ricordare
l'Olocausto,
e ci si chiede quale sia il valore di ricordare una tragedia del genere. La
risposta è sicuramente l'importanza di ricordare per non dimenticare e per
evitare che accada nuovamente.
"Forse io sono una donna ambiziosa: vorrei dire anch'io una piccola parolina",
queste parole sono state ritrovate in un diario nel 1981; esso apparteneva a
Esther Hillesum, nata da una famiglia ebrea nel 1914 a Middelburg e morta ad
Auschwitz nel 1943. Paradossalmente nella stessa epoca un uomo di "grandi
ambizioni" sosteneva: "La brutalità incute rispetto. Le masse hanno bisogno di
qualcuno che ispiri loro paura e le renda tremanti e sottomesse. Non voglio che
i campi di concentramento si trasformino in pensioni di famiglia. Il terrore è
il più efficace fra tutti gli strumenti politici..." Chi era quet' uomo-
carnefice? Adolf Hitler. Dopo queste parole vorrei proprio vedere chi sostiene
ancora che Auschwitz non sia esistito o...non esiste. Ma peggio ancora egli fu
l' ingegnere di uno sterminio le cui ideologie neofasciste e razziste da tempo
venivano alimentate in tutta Europa, e non solo contro gli ebrei. Reinhart
Heydrich, delfino di Himmler, catechizzava i suoi subordinanti: " Sovversivo è
chiunque si oppone al popolo, al Partito e allo Stato, ai loro principi
ideologici e alle loro azioni politiche. In particolare noi, sotto tale
definizione, intendiamo i comunisti, i marxisti in genere, gli ebrei, i
religiosi che fanno politica, i massoni....."; sarebbe inutile continuare
questa "lista nera" che ha portato alla morte milioni di persone. Ciò che è
peggio però è che si dice "tutto è passato, voltiamogli le spalle, guardiamo
avanti, e impariamo dagli errori", quando invece ideologie simili sono tuttora
presenti e ci vengono proposte di giorno in giorno.
Guardando documentari, ascoltando testimonianze o guardando film che
trattano
questo argomento ci si chiede sempre cosa avremmo fatto noi al posto di tutte
quelle
persone che si sono ritrovate a dover uccidere per salvaguardare la loro
vita, fermamente convinte dell’ideologia hitleriana, o indottrinate per
bene.
E’ difficile dare una risposta, ma il valore di questa giornata è per noi
quello
di ricordare e prendersi l'impegno in prima persona per evitare che accadano
situazioni di tale gravità, ma anche fatti di minore portata, che comunque
limitano la libertà e l’umanità del singolo individuo o di un gruppo.
Soprattutto non dobbiamo pensare che questi avvenimenti siano lontani
dalla
nostra vita e che accadono solo in certe zone del mondo, dobbiamo renderci
conto che ciascuno di noi con la violenza, ma soprattutto con i pregiudizi
verso gli altri e l'indifferenza può a suo modo contribuire a creare un
nuovo
Auschwitz.
Questa giornata serve proprio a questo:a ricordarci nelle azioni di ogni
giorno che siamo uomini, e che dobbiamo vivere nel rispetto di noi e dei
nostri
simili, altrimenti un nuovo Auschwitz è alle porte.
E forse è proprio Esther a suggerirci una soluzione: una piccola parolina.
Ciascuno con una parola contro il razzismo e la discriminazione può dare vita a
un sentimento umanitario comune

Silvia e Martina 4bp ha detto...

Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz sono stati chiusi definitivamente: il segno della fine di quell’inferno terrestre. Ma sono stati chiusi anche nelle menti umane? La cattiveria non si è fermata ed è continuata fino ai giorni nostri: lo possiamo notare anche attraverso alcuni comportamenti manifestatisi in alcune parti d’Italia. Ad esempio a Varese l’amministrazione comunale si appella perché non si venda o non si affitti casa agli stranieri; a Rovato (Brescia) addirittura vi è un’ordinanza del sindaco dettata dalla “necessità di salvaguardare i valori cristiani dalla incessante contaminazione di altre religioni” impone il “divieto, ai non professanti la religione cristiana, di accedere ai luoghi di culto” e vietando il transito entro 15 metri. A Treviso, invece, ai negozi cinesi è vietato esporre le loro tradizionali lanterne rosse. Come ricorda un cittadino di uno di questi paesi discriminanti, ogni crudeltà nasce da piccole azioni individuali che possono sembrare insignificanti. Queste hanno fatto sì che il razzismo dilagasse e penetrasse nelle menti umane. Ma cos’è veramente il razzismo? È un’ideologia che si basa sulla distinzione dell’uomo in razze e che tende a giustificare la supremazia di una certa etnia sulle altre. Oggi il termine “razza” ha un’accezione perlopiù negativa perché identifica diversità che sono percepite come barriere. Ad Auschwitz questa ideologia ha portato a depersonalizzare un milione e mezzo di individui che avevano sogni, progetti da realizzare, una vita da vivere; sono stati spogliati di tutto perfino del loro nome, sostituito da un numero vuoto. Noi, quindi, non dobbiamo incorrere nello stesso errore pensando solamente alla cifra ma dobbiamo essere consapevoli che quel milione e mezzo di persone è composto da singoli individui.
I cancelli non sono stati chiusi definitivamente, sta a noi, a partire dalle piccole cose, costruire una serratura così robusta che nessuna follia umana potrà scardinare.
Alcuni riferimenti sono tratti dal libro di Marco Revelli “Poveri, noi”.

Beatrice Torresan ha detto...

Il 27 gennaio è il "Giorno della Memoria", in cui bisognerebbe ricordare il genocidio degli ebrei, deportati nei campi di sterminio di Auschwitz, in cui sono state uccise un milione e mezzo di persone, di questi duecentomila erano bambini. Ad Auschwitz regnava la lotta per la sopravvivenza, veniva chiamata "la fabbrica della morte", in cui venivano adottati metodi di estrema brutalità. Tutto questo è avvenuto perchè molte persone comuni come noi, non pazzi ma uomini istruiti e colti, possedevano alcuni pregiudizi nei confronti di tutti gli ebrei, ritenendoli "esseri inferiori". Questi comandanti e generali tedeschi, non provocarono questo sterminio perchè minacciati, perseguitati o costretti, ma per il semplice fatto che non tolleravano la presenza degli ebrei. Hans Friedrich un generale delle SS, in un'intervista, alla domanda:"Non provava pena nell'uccidere così brutalmente migliaia di persone innocenti?", egli ha risposto:"L'unica cosa che avevo in testa era di prendere bene la mira in modo da colpirli subito, non provavo alcuna pena per loro, infatti nutro un odio troppo grande per gli ebrei, perchè mi hanno fatto del male". Oggi tutti ci stupiamo e non comprendiamo come l'odio nei confronti di altri uomini possa giungere a provocare uno sterminio. Ma in realtà anche oggi, nella nostra società siamo invasi tutti da pregiudizi nei confronti degli immigrati, dei rom, delle persone ritenute "diverse". E' semplice affermare: "Auschwitz è una tragedia che non dovrà mai più ripetersi", quando anche oggi nutriamo intolleranze e pregiudizi nei confronti degli immigrati. Ancora oggi sono infatti ben noti episodi di discriminazione nei confronti dei più "deboli", come è avvenuto a Firenze e a Torino. Quindi, il 27 gennaio bisognerebbe riflettere sul genocidio degli ebrei, ma anche riguardo a quello che avviene oggi, sul fatto che tutti siamo indifferenti e impassibili nei confronti degli episodi di discriminazione che avvengono tutti i giorni. Credo fermamente che tutti siamo colpevoli del fatto che anche oggi stiamo creando la categoria delle "non persone", di cui Firenze e Torino ne sono l'esempio lampante. L'uomo per natura si distingue dagli altri esseri viventi per la sua razionalità e intelligenza, ma i pregiudizi e il conformismo sono elementi che limitano le capacità dell'uomo, rendendolo simile a una bestia.

Beatrice Torresan 4Bp

Alice Fassina e Piera Salvadori 4Ap ha detto...

"E infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarrà che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato. Benché inglobati e trascinati senza requie dalla folla innumerevole dei loro consimili, essi soffrono e si trascinano in una opaca intima solitudine, e in solitudine muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno." (Primo Levi)
Con queste crude parole Primo Levi ci ricorda come l'uomo possa in poco tempo diventare una bestia, come possa guardare l'altro vedendo solo un pezzo di carne che per il bene della società dev’essere eliminato e poi gettato via, senza lasciare traccia. Auschwitz è stato questo, un luogo dove l’uomo non era più uomo ma un numero che una volta spuntato da una lista veniva dimenticato. La “giornata della memoria” dovrebbe essere un momento in cui il mondo finalmente ricorda quel numero, ma basta davvero ricordare per una giornata?! No, non basta! L’intero genere umano dovrebbe ricordare ogni giorno gli avvenimenti spaventosi avvenuti durante l’olocausto e applicare gli insegnamenti che ciò ci ha fornito ma evidentemente non è così, nella nostra quotidianità ci capita spesso infatti di sentire affermazioni razziali o xenofobe, frasi di violenza che purtroppo spesso diventano atti. Per questo l’uomo non può dimenticare, i pregiudizi, le disuguaglianze, l’ignoranza sono anche tra noi, pezzi di Auschwitz sono tra noi e noi dobbiamo sforzarci di debellarlo!
SE COMPRENDERE E' IMPOSSIBILE, CONOSCERE E' NECESSARIO.

Ester Passaro 4^Ap ha detto...

Razzismo e pregiudizio sono parole che nella società di oggi non dovrebbero esserci. Eppure, nonostante il ricordo di Auschwitz ci sembri lontano, il razzismo è ancora un fattore ben presente.
La giornata della memoria,istituita nel 2000, vuole ricordarci non solo lo sterminio avvenuto nei campi di concentramento, ma vuole anche farci riflettere sui numerosi casi di razzismo ed emarginazione che ancora oggi si verificano nei confronti di alcune categorie di persone.
In una società "evoluta" come la nostra, in cui la globalizzazione dovrebbe essere un fattore di unione e non di stimolo al razzismo, non siamo ancora aperti ad accettare le altre culture.

Giorgia e Federica 4Bso ha detto...

Parole come "Shoa", "Auschwitz", "Olocausto", vengono spesso pronunciate sottovoce , quasi a voler evitare qualsiasi pensiero che irrompa tragicamente nella tranquillità delle nostre vite. La società moderna spinge i giovani a cercare la soluzione più semplice, la via più veloce per raggiungere qualsiasi traguardo, senza spffermarsi a riflettere su chi prima di loro ha reso possibile la libertà di pensiero, di azione e di parola di cui possono godere. Ecco come diventa facile mentire su un torto subito o prendersela con qualcuno senza motivo valido; ricordiamo l' Olocausto spesso in occasione del giorno della memoria su invito di autorità o professori, forse ci dovremmo chiedere tutti i giorni se chi ci sta di fronte ha sofferto più di noi o su chi in passato con il suo sacrificio ci permette oggi di vivere più serenamente.

Enrico e Vera 4Ap ha detto...

La giornata della memoria, istituita nel 2000, vuole ricordare a noi nuove generazioni come l odio indiscriminato, il razzismo, i pregiudizi e l'emarginazione abbiano portato allo sterminio di milioni di persone ingiustamente. Nonostante i fatti accaduti rimangano impressi nella mente di chi li ha vissuti e di chi ne è venuto a conoscenza, ancora oggi si sente parlare di atti di razzismo e di violenza nei confronti di moltissime persone. E per far si che avvenimeti di quel genere non si ripetano, dobbiamo riflettere, abbattere i pregiudizi, rispettando le diversità altrui.

Marta Moro 4bso ha detto...

La mia impressione è che, in questi ultimi decenni, alcune persone non abbiano sviluppato un senso critico nei confronti dei fatti avvenuti nel periodo dei grandi totalitarismi.
Oggi come all'ora vi sono individui che cadono nell'errore di incolpare altre persone ree, secondo il loro parere, di essere la causa di ogni male: dalla violenza alla mancanza di lavoro e la crisi economica nazionale. Probabilmente ciò avviene poiché risulta molto difficile per alcuni soggetti ammettere di aver sbagliato: molto più semplice appare salvare il proprio orgoglio attribuendo il marcio alle personalità altrui. Nel periodo del fascismo questo capro espiatorio venne riscontrato negli ebrei, oggi, a distanza di oltre 70 anni, la rabbia viene spesso riversata negli immigrati. Ciò che lascia sbalorditi è vedere come vi sia ancora, nel 2012, chi guarda con ammirazione all'atteggiamento del Duce o del Führer, chi è estremamente convinto che l'eliminazione della "razza" sia la soluzione più facile per rimuovere i problemi che tormentano la società.
Forse la mentalità della stirpe umana (l'unica realmente esistente) non è in continuo sviluppo come pensiamo: forse, per alcuni individui, il pensiero non evolverà nè ora nè mai.

Edoardo Ervas 4BP ha detto...

"Ho fatto questo" dice la mia memoria. "Non posso aver fatto questo" dice il mio orgoglio e resta irremovibile. Alla fine vince la memoria.
Così diceva Nietzsche circa un secolo prima della messa in atto della "Endlösung der Judenfrage".

A mio parere il giorno della memoria non esiste affinchè ciò che è successo non accada più. Quel che è accaduto accade ogni giorno da qualche parte del mondo ed è destinato a riaccadere ancora nel corso della storia. Il giorno della memoria nutre la speranza che un domani possano esistere uomini col coraggio di opporsi a tanta abiezione. Non è mera utopia ma concreta speranza.

Daniela Catterin, Alessia Crivellari 4BP ha detto...

Vittorio Zucconi nel suo libro “Stranieri come noi” scrive: “tutti sanguinano allo stesso modo quando si pungono” a testimonianza tutti siamo uguali e “più si conosce il mondo, più si va fuori dal paese e dal quartiere dove siamo nati più ci si accorge che i cinque milardi e mezzo di stranieri che popolano la terra oggi sono tutti “stranieri” agli occhi degli altri. E se tutti siamo sttranieri, nessuno lo è!”. L'autore grazie a questo efficace esempio vuole dimostrarci come siano stupide ed insensate le discriminazioni razziali in quanto, di fatto, siamo tutti stranieri e “diversi” agli occhi degli altri.
Siamo dunque nella posizione di poter giudicare gli altri per condizione sociale, paese di origine e religione? No. Noi italiani, che ci sentiamo in diritto di bruciare le case degli immigrati per un presunto stupro(non si è innocenti fino a quando non si è giudicati colpevoli da un GIUDICE?), siamo stati, e forse lo siamo ancora (italiano = mafioso...), trattati come gli ultimi? Forse dovremmo cercare di non essere ipocriti e di accogliere meglio il prossimo poichè per evitare di cadere negli errori del passato, dobbiamo imparare da questi e allontanare dalle nostre menti certi sciocchi pregiudizi.